17 Commenti

Avatar di User
Avatar di Espérance Hakuzwimana

Ciao! Ho frequentato la scuola holden nel biennio 2015-2017 nel corso di giornalismo perché scrivere non era proprio cosa. L’ho frequentata chiedendo un prestito alla banca, ripagato nei 10 anni successivi per un totale di 26k (che non avevo allora figuriamoci ora). Ho conosciuto la scuola con una pubblicità in edicola a 12 anni e me ne sono innamorata perché scrivere (e leggere) è sempre stata l’unica cosa che volevo fare nella vita. Sono stati i due anni in cui ho letto (solo autori bianchi nordamericani) meno e in cui non ho scritto. Non tanto perché nemmeno “digital journalism” (che anche lì vabbè) non era il mio, più che altro perché nessuno può insegnarti a scrivere. E io questa cosa la sapevo: sono entrata lì scrivendo in un modo, sono uscita lì scrivendo in un modo. Per me era un investimento per entrare in un mondo che dalla provincia bresciana e dalla marginalizzazione della mia identità non sapevo come raggiungere. La mia indole e il mio carattere mi hanno portato a non essere in grado di sapermi fare i contatti giusti, quindi per i primi 3 anni dopo la scuola ho lavorato nella vita vera e basta. Però so e sapevo di avere un talento e, a tempo debito, con la possibilità di investire (questa volta tempo) ho lavorato a un romanzo, sono maturata editorialmente, mi sono affidata a un’agenzia e ho pubblicato con case editrici importanti. Io sapevo che avrei scritto a prescindere dalla holden, ma volevo un posto dove capire come funzionasse quel mondo - spoiler: 10k all’anno e manco ti insegnano come funziona un’asta editoriale o perché sia importante avere un agente o cosa sono o come si quantificano le royalties o come ci si presenta seriamente a una testata o a una casa editrice.

Ti fai contatti è vero, se riesci a mantenere un distacco adeguato e lucido puoi pure farti degli amici ma la sensazione è quella che se la frequenti devi sempre esserle grata ma ahimè ho già una lista abbastanza piena di persone bianche “che mi hanno accolto in questo paese” a cui devo gratitudine ingiustificata.

Credo di aver imparato delle cose diverse da quelle che millantano loro sempre con il loro lessico discutibile (e aiutami a dire discutibile). Per esempio a proteggermi, a preservare il mio stile, a dare valore alla mia identità anche in un posto che si vanta di raccontare storie ma poi non è un grado di leggere il contesto che lo circonda, a ricordarmi che essere economicamente povera non significa esserlo anche umanamente e che posso far combaciare la mia passione anche con i soldi nel momento in cui è un lavoro. Motivo per il quale ci sono tornata a lavorarci qualche volta (per ripagarmi il debito nei momenti di difficoltà) nella sezione dedicata alle scuole, ai bambini e alle formazione su certe tematiche. Perché come dici tu posti del genere dovrebbero essere di tutti e tutte. E non sai quanto mi angoscia l’idea che ci sia un ragazzino là fuori con più talento di tutti gli autori candidati allo strega degli ultimi 5 anni ma senza la possibilità economica (e immaginifica di poter accedere fisicamente a certi spazi) di poterla fare una scuola come la holden. Non hai idea. Ma un modo prima o poi bisogna trovarlo e vorrei un sacco contribuire proprio per il fuoco che ha tenuto acceso dentro di me solo l’idea di poterla sognare una scuola così.

Perdona la lungaggine, ma ci tengo.

Grazie per questo tuo pezzo, l’ho super apprezzato.

Expand full comment
Avatar di Eleonora C. Caruso

Grazie per il post. Si veramente il tema per me è cosí importante che fatico pure a parlarne perché, di fatto, è un tema di classe, e parlare di classe è complesso, specie in un ambito - quello letterario - che finge (malissimo) di esservi superiore. I miei genitori sono operai, quando a una ventina d'anni chiesi loro di iscrivermi alla scuola Holden si pisciarono sotto dal ridere. Stava talmente al di là delle nostre possibilità che non era neanche nel campo del "ora ti spiego perché no". Ho faticato moltissimo ad arrivare dove sono (che manco è cosí in alto, eh), pubblico con la maggiore casa editrice italiana, e lo stesso sento questa cosa tutti i giorni, perché il punto restano i contatti anche quando "ce la fai" (quello che da fuori sembra "farcela"). Il problema è che parlare di queste cose crea barricata, come se stessi dicendo che chi ha fatto scuole costose è per forza raccomandato. No, non è cosí. Stai dicendo che chi le ha fatte è partito da una condizione piú favorevole e, soprattutto, che probabilmente ha avuto maggiori possibilità di provare e riprovare a vuoto, finché non ha beccato magari il successone o l'occasione. Senza contare la possibilità di affidarsi per esempio a un ufficio stampa. L'ironico risultato è che, spesso, i libri che parlano di Povertà arrivano proprio da chi quel percorso prioritario l'ha fatto. Vabbé la smetto, che tanto ho messo tanta di questa roba in un romanzo e non ho esaurito l'argomento, non lo farò di certo qui, ahah.

Expand full comment
15 more comments...

Nessun post